Sede
Origini storiche dell’edificio (Seminario Vescovile di Cosenza)
La costruzione dell’edificio fu iniziata nel 1882, essendo insufficiente la preesistente struttura seminariale, risalente al secolo XVI, posta sul fronte dell’attuale piazza Parrasio.Questo seminario post-tridentino, nel decorso degli anni, di volta in volta, secondo le esigenze e le opportunità, fu oggetto di ritocchi, restauri e adattamenti vari ad opera dei presuli succedutisi nel Governo della Chiesa cosentina fino allo scorcio del XVIII secolo.
Durante il lungo e fecondo episcopato di monsignore Camillo Sorgente (1872-1911), rettore del tempo, ritenne necessario avviare la costruzione di un nuovo Seminario, da affiancare a quello antico, che ormai non rispondeva più alle esigenze della crescente struttura clericale.
Nacque, così, il Seminario di fine ‘800: opera davvero imponente, ideata e realizzata con coraggio dal Can. Raffaele Parise, parroco della Cattedrale e rettore dell’Istituto, per la realizzazione del progetto il rettore impegnò tutto il suo tempo e sua disponibilità, nonchè, generosamente, tutto il suo patrimonio familiare. I lavori di costruzione furono terminati, in tempi particolarmente veloci, nel 1905
Antico e nuovo Seminario intercomunicanti si vennero, così, ad integrare in modo da poter ospitare, senza difficoltà e in ambienti comodi e decorosi, fino a 120 alunni.
E’ tra la prima e la seconda guerra mondiale che il Seminario vive un periodo “aureo e felice”.
Nel corso del secondo conflitto mondiale la parte più antica del complesso seminariale, risalente al XVI secolo fu completamente distrutta da un bombardamento che risparmiò invece, miracolosamente, la parte più recente del complesso.
Successivamente si cominciarono a sentire gli effetti devastanti del dopoguerra con conseguente declino del fiorente Seminario. A seguito degli eventi storici e per motivi di natura economica, relativi al costo ingente del restauro dell’immobile e del non facile ammodernamento dell’attuale struttura, si é, quindi, ritenuto vendere il vecchio stabile di fine ‘800.
Il massiccio fabbricato di un secolo é stato rilevato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, che si é avvalso del diritto di prelazione. Restaurato e ristrutturato ospita dal 1985 la Biblioteca Nazionale , assicurando così allo stabile finalità altamente sociali e promozionali.
Nato come Seminario di vocazioni allo stato ecclesiastico, diviene santuario di sapere e di cultura per le nuove generazioni, che, ricorderanno, come attraverso la volontà collettiva si possa lasciare spazio al “sapere” anche tra canali e strade diverse.
Presenze archeologiche
Nuovi ed importanti dati sulla topografia antica della città di Cosenza sono emersi recentemente nel corso di alcuni interventi di scavo effettuati nell’edificio dell’ex Seminario Arcivescovile della Soprintendenza Archeologica della Calabria in collaborazione con la Soprintendenza B.A.A.A.S. della Calabria e la Direzione della Biblioteca Nazionale.
In base alla documentazione archeologica recuperata si può allo stato attuale, affermare che l’abitato della “metropolis” (centro politico commerciale) dei Bretti a partire almeno dalla metà del IV sec. a.C. secondo la testimonianza di Strabone, si estendeva sul pendio che dal Colle Pancrazio digrada verso la sponda sinistra del Crati.
A distanza di quattro anni dal primo intervento di scavo effettuato nel 1984 dalla Soprintendenza Archeologica nel Palazzo Pompeo Sersale in Corso Telesio, a seguito di lavori di sterro nel sotterraneo dell’ala Sud-est dell’ex Seminario arcivescovile vennero alla luce a circa 4 metri di profondità rispetto al piano di calpestio del cortile alcune strutture murarie che documentano almeno tre fasi di occupazione del sito.
Recenti interventi di consolidamento dell’ex Seminario hanno causato, agli inizi del 1990 altre importanti scoperte nell’ala Nord e nell’ala Sud-Ovest. In particolare nel vano 11 le macerie di un grosso muro in ciottoli coprono parzialmente lo scheletro di un bovino adulto, rimasto ucciso dal crollo.
Altri settori di unità lavorative antiche sono venuti in luce nel cortile sul lato verso via Cafarone. Particolarmente significativi i resti dello zoccolo in doppio parametro di ciottoli di un grande edificio ellenistico caratterizzato a Ovest da un corridoio che proseguiva con un portico sorretto da colonne lignee inserite in apposite buche. Gli scavi effettuati nella Biblioteca nazionale si pongono come esempi di indagine archeologica a scala urbana. Questa deve essere finalizzata non solo ad un incremento di conoscenza, ma anche al recupero di porzioni del centro storico nel quadro di una programmazione che imposti correttemente il problema del riuso dei vecchi edifici garantendone la pubblica fruizione. L’archeologia urbana può, così diventare a Cosenza strumento di studio e intervento sulla città, a partire dal ripristino dei più antichi livelli di frequentazione fino alla lettura diacronica dei successivi stadi edilizi ed urbanistici.